Chissà se al CxrXrchestra piacerà la mia macchina da scrivere.
E’ un mxdellx vecchix, ma funzixna ancxra bene a parte un tastx. Mxlte vxlte hx desideratx che anche quellx funzixnasse alla perfezixne. Sì è verx, gli altri 87 tasti funzixnanx, ma ne basta unx sxlx rxttx per fare una grande differenza.
Cxsì nel nxstrx cxrx. Vxi pxtreste pensare: “Beh, ix sxnx sxlx un elementx, una persxna. Nxn sxnx certx ix che faccix la differenza”. Invece fa una grande differenza perché un gruppx ha bisxgnx di xgni persxna.
Perciò, quandx pensate di essere “sxlx” una persxna, un elementx e che i vxstri sfxrzi per il gruppx sianx vani, ripensate alla mia macchina da scrivere e ditevi: “ix sxnx un elementx chiave in questx gruppx e per funzixnare alla perfezixne, essx ha bisxgnx di me!”
Cantare è da sempre una pratica istintiva… noi emettiamo suoni in modo spontaneo e naturale, ma nessuno ci ha mai detto come fare. Anche chi intraprende un percorso di studio spesso non si rende abbastanza conto che lo strumento va percepito, perché è uno strumento “fantasma”… A nessuno verrebbe mai in mente di suonare uno strumento che non solo non si vede, ma addirittura non si può toccare… Eppure a tutti piace cantare e tutti in qualche modo ci provano… per imitazione. La percezione dello strumento diventa un passaggio fondamentale ed inevitabile per riuscire a controllarlo in modo più preciso e consapevole.
“C’è un’antica e dimenticata medicina che i dottori dovrebbero prescrivere ai pazienti quando compilano la ricetta: cantare due volte al giorno, magari dopo i pasti. Il canto ha proprietà terapeutiche straordinarie, non solo perché, come scriveva De Cervantes, spaventa le malattie e le fa fuggire, ma anche in quanto contribuisce ad aumentare l’autostima, il benessere e la felicità.
Il canto favorisce l’aggregazione sociale ma fa bene al cuore, alla respirazione, all’apparato muscolare superiore, alla circolazione sanguigna e alla mente. Pazienti vittime di infarti o di disturbi cardiaci hanno confermato che cantare li ha aiutati nel recupero dalla malattia e cliniche psichiatriche hanno scoperto che fare parte di un coro aiuta in molti casi i ricoverati più dell’analisi junghiana.