In uno dei primi articoli di “Passa Parola!” (vedi archivio in home page) abbiamo già parlato tempo fa degli ingredienti dell’interpretazione. Tra questi, le variazioni ritmiche sono senza dubbio l’elemento più efficace. A questo proposito si possono fare una serie di esercizi per sviluppare il controllo ritmico, partendo dal riconoscimento della metrica e cercando di mantenersi sempre “sincronizzati” sullo scorrere del quarti (1-2-3-4), come ci fosse una griglia ritmica in background. Spero che presto possa uscire una mia pubblicazione a riguardo. Nel frattempo, possiamo fare un esperimento: semplicemente spostando l’attacco delle note, ritardandole un po’. Il ritardo crea una sorta di suspance che spesso risulta molto efficace, perché attrae l’attenzione dell’ascoltatore. All’inizio il rischio è quello di perdere il controllo generale della ritmica, perché le possibilità sono tantissime, ma… bisogna osare, rischiare un po’… Con la pratica si possono trovare soluzioni interpretative molto coinvolgenti e suggestive!
La partitura è una cosa, il canto è un’altra. Ciò che serve, è avere la musica in testa e cantare con il corpo.
Luciano Pavarotti, su Le Figaro, 1997
La scala pentatonica è particolarmente nota per la sua semplicità e facilità d’uso. I chitarristi per esempio fanno le loro prime scorribande sul manico della chitarra proprio seguendo i facili schemi delle scale pentatoniche. Queste scale sono di una tale versatilità che vengono usate praticamente in tutti i generi musicali. Forse non tutti sanno però che esse sono quasi nel dna culturale dell’uomo a qualsiasi latudine del nostro pianeta… come dimostra questo intervento di Bobby McFerrin al World Science Festival di qualche anno fa. Nel mio piccolo ho voluto testare in diverse situazioni se funziona davvero… ebbene sì!!
Masterclass di canto ed espressione vocale con Joey Blake e Gegè Telesforo il 29-30 giugno ad Ivrea.
Per info: qbc.qbc@libero.it – facebook.com/quincybluechoir
Tel 345/7581711 – 345/7586429
Qualche giorno fa ho rivisto il bellissimo film di Gabriele Muccino “Alla ricerca della felicità” che ha tra i brani della colonna sonora, la celeberrima Bridge over troubled water interpretata con grande suspance da Roberta Flack. Come spesso accade, mi sono messo a cercarne altre versioni ed in particolare ne ho trovato una di Whitney Houston e Cece Winans … non sono riuscito a trattenere le lacrime !
Andate ad ascoltare… “per sapere l’effetto che fa”.
Sempre molto impegnato sul fronte didattico, dal lavoro con le quarte e le quinte elementari, ai gruppi corali a Cuneo e a Torino (a Passi di Pace e al Sermig), passando per le lezioni in studio… organizzando alcuni seminari che verranno proposti a breve… cercando di trovare il tempo per arrangiare un paio di nuovi brani… ma soprattutto cercando di trovare un modo per creare un gruppo stabile di improvvisazione a Torino. Una cosa a cui tengo moltissimo, perché sono sicuro che crescerà nel tempo, portando gioia e divertimento a chiunque voglia partecipare.
A Cuneo ormai si naviga nel mare magnum delle improvvisazioni vocali a cappella a velocità di crociera… mentre a Torino il gruppo purtroppo non decolla…
Purtroppo non è così facile descrivere a parole cosa vuol dire improvvisare a cappella… per alcuni sembra vocalmente troppo difficile, per altri una pratica troppo confusa e per altri ancora è troppo impegnativo lasciarsi andare e farsi attraversare dalla musica ed essere sorgente al tempo stesso…
In effetti non ci sono parole migliori di queste: bisogna provare! Le parole non rendono sufficientemente il concetto… forse proprio perché solo la poesia potrebbe entrare nelle profondità e nelle sfumature di un’esperienza di questo genere.
Vi invito quindi a venire a provare… come sempre senza impegno. Difficilmente rimarrete delusi… FIDATEVI !
Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 7 maggio alle 21 presso Passi di Pace (vedi prossimo articolo).
In ogni caso se pensate che vi possa interessare, comunicatemi la vostra disponibilità e cercheremo di fissare degli incontri che tengano conto delle vostre richieste.
La ritmica come elemento interpretativo.
Tempo, metrica e ritmica sono elementi essenziali della musica ed in particolare nel canto moderno e jazz. Le variazioni ritmiche infatti sono alla base di qualsiasi interpretazione di musica leggera, pop, rock, jazz… Le variazioni metriche aprono poi ulteriori prospettive all’interpretazione di un brano.
Dal “semplice” riconoscimento della metrica, alla gestione di anticipi, ritardi e variazioni di durata delle note. Attraverso semplici esercizi ed applicazioni a brani noti, si possono esplorare varie possibilità ritmiche all’interno di un brano, sviluppando le proprie capacità di gestione del tempo, la propria creatività ed abilità interpretativa in chiave pop, swing, piuttosto che funky o sudamericana.
I vari generi musicali contengono già alcune caratteristiche di tempo e ritmica intrinseche.
La voce inoltre può essere usata anche come strumento percussivo… e da semplici modelli ritmici, si possono costruire poliritmie di gruppo estremamente ricche e divertenti (…basta saper contare !).
Quanche giorno fa un amico mi ha ricordato di un concerto con Toni Bennet e Stevie Wonder in cui cantano “For once in my life” … vale la pena di ascoltarlo
così come la versione di Frank Sinatra
Senza parole… !