benessere

Singfulness “relax”

Un’esperienza per ridurre lo stress e favorire il rilassamento attraverso l’uso consapevole del respiro e della voce, un modo per riappropriarsi del momento presente, del qui ed ora, attraverso l’ascolto di sé e degli altri nell’espressione del proprio suono naturale, la scoperta della propria voce come veicolo non solo per “lasciarsi andare” ma anche come strumento creativo di armonici e risonanze corali, un vero e proprio “bagno di suono” attraverso armonie vocali create ad hoc ed improvvisate, che permettono di immergersi in vibrazioni benefiche e salutari. E’ previsto anche il ricorso a tecniche di counselling di gruppo/individuale a supporto dei partecipanti.

Al martedì dalle 18,30 alle 20
presso l’Associazione Passi di Pace, c.so Casale 309, Torino.

Per ulteriori dettagli clicca qui

Singfulness

 

Il momento presente è il solo momento di cui disponiamo,
è la porta di ogni momento.   Thich Nhat Hanh

Singfulness nasce dall’idea di utilizzare il canto ed in particolare l’improvvisazione corale come mezzo formativo a 360 gradi.

Il canto è per sua natura uno strumento universale, accessibile a tutti, che oltre a permettere di creare un’efficace “palestra” per sperimentare le capacità creative ed espressive individuali e di gruppo, rappresenta una pratica tipicamente mindful, in quanto connessa al respiro, alla consapevolezza del presente, alla gestione dello stress, all’assenza di giudizio, alla fiducia e alla costruzione di relazioni positive.
Il jazz, metafora del caotico dinamismo in cui siamo quotidianamente immersi, ispira alcune strategie di improvvisazione funzionali a sviluppare più efficaci modalità di ascolto e di relazione collaborativa, applicabili a livello personale, di gruppo e aziendale.

www.singfulness.net

Il canto: una pratica mindfulness

La bellezza delle cose spesso sta nella loro semplicità. Come per il canto. Altre volte la magia delle cose sta nella loro complessità, nascosta nel loro continuo mistero. Come il canto, l’amore o vivere il presente. Ho letto che alcuni ricercatori ritengono che l’orecchio umano sia troppo complesso per pensare che sia fatto solo per sentire il linguaggio. Noi siamo progettati per ascoltare suoni molto più complessi e articolati. Siamo fatti per ascoltare e fare musica… che nella sua forma più primitiva, intima ed essenziale, significa cantare. I benefici del canto, come ben sappiamo, sono innumerevoli sia a livello fisico che psicologico. Cantare rilascia dopamina e ossitocina nel cervello, riducendo la produzione degli ormoni e sostanze tipiche dell’ansia, dello stress e responsabili dell’alta pressione sanguigna, aumentando di conseguenza il nostro livello di benessere e felicità. Cantare, oltre a metterci in contatto con il nostro corpo, ha la potenza di aprire i nostri cuori, muovere le nostre emozioni, esprimere cose che non verrebbero espresse diversamente.

Ma oltre a tutti questi benefici, cantare ci porta nel momento presente. E’ un esercizio che ci invita costantemente a stare nel qui e ora, è in qualche modo una modalità per meditare… è mindfulness… e come tale può davvero essere una pratica trasformativa. Cantare ci risveglia ad una vita più consapevole e serena, perché strettamente connessa al nostro respiro, conferendoci una maggiore apertura e connessione con le altre persone e con il mondo. Chi può farne a meno?

E’ una pratica che, come diceva Jo Estill, l’ideatrice del metodo VoiceCraft (oggi Estill Voice Training), “non è diversa da una pratica sportiva”, in cui specifici muscoli vengono attivati per ottenere il suono che desideriamo. E facendo questo si bruciano calorie e si fa crescere la quantità di ossigeno nel nostro cervello, facendoci sentire più vivi, attenti e presenti. Cantare ci riporta a casa e ci fornisce una via per una vita più presente e gioiosa. Cantare è per tutti. Tutti possono e dovrebbero cantare. Se puoi parlare, puoi cantare. Eppure per alcune persone il canto e quindi l’uso della propria voce a fini espressivi è una pratica troppo intima. La nostra voce infatti fa spesso da specchio a ciò che siamo, rivelando una parte di noi che per qualcuno è “troppo privata”. Cantare in effetti ci rende vulnerabili e quindi ci richiede il coraggio di aprirci al mondo per farci ascoltare. Accettare di essere vulnerabili ci permette di aumentare la nostra sensibilità e quindi la nostra capacità di connessione con gli altri. In altre parole la vulnerabilità, a cui nessuno di noi può sottrarsi, è da considerarsi come una risorsa, piuttosto che un motivo di debolezza. Si dovrebbe cantare almeno una volta al giorno… una canzone qualsiasi, perché mentre cantiamo la nostra presenza aumenta, permettendoci di entrare più in contatto con noi stessi ed avere una serie lunghissima di benefici. E allora usiamo il canto per cambiare le nostre vite. Cantare ci guarisce da dentro. Cantare ci aiuta a connetterci con Dio. Tutto nell’universo vibra. Il suono è vibrazione. Tutto è suono, tutto canta! In principio c’era il suono…

 

 

Improvviso ergo sum … (Vivere Sostenibile mag-giu 2017)

Riby ATWI OlandaImprovvisare significa smettere di pensare e ascoltare, un ascolto profondo e al tempo stesso così immediato e “a fior di pelle”, un ascolto che diventa dialogo tra le parti, un ascolto che diventa melodia, ritmo e armonia… un ascolto che diventa Musica, a cui tutti contribuiscono come possono, per quello che sono, senza giudicare, né essere giudicati.
Improvvisare ci rende liberi di cantare dialogando con suoni e parole, il cui fine e unicamente sentire ed alimentare l’armonia del gruppo.

Stiamo parlando di improvvisazione corale a cappella, una pratica ancora non molto diffusa, soprattutto in Italia, ma dalle grandissime potenzialità.

Improvvisare significa liberare la parte più vera e genuina di sé, quella che sta sotto le nostre protezioni e le nostre corazze. Improvvisare significa liberare il nostro “inner child” e farlo cantare senza paura, anzi, con una profonda gioia nel cuore, perché la verità ci libera e ci fa volare.

L’improvvisazione può diventare filosofia di vita, contro l’eccessiva ricerca della prestazione, che toglie immediatezza e spontaneità ad ogni gesto della nostra quotidianità.

Il medico otorinolaringoiatra francese Alfred Tomatis sosteneva che “noi siamo come un grande orecchio…“ , fin dalla posizione fetale nei primi mesi della nostra esistenza, dunque sempre in ascolto. A me piace pensare agli uomini come ad antenne sofisticatissime che ricevono suoni, ma anche che emettono suono attraverso la propria voce, cercando continuamente il dialogo e la conoscenza di sé.

Da quando ho scoperto, una decina d’anni fa, l’enorme potenziale liberatorio dell’improvvisazione corale a cappella, la pratico, la inseguo, la studio e la approfondisco proprio come se fosse una sorta di medicina rara dalle proprietà miracolose.
Non ci sono controindicazioni, né effetti collaterali, perché l’unico effetto è la libertà di sentirsi come si è: giusti in ogni caso, mai sbagliati.

E’ per questi motivi che la pratica improvvisativa ha radici naturali e primordiali e può essere proposta per diversi scopi e a diversi livelli: per migliorare la conoscenza di sé,   aumentare la propria autostima, risvegliare il proprio “sé creativo”, ridurre lo stress, sperimentare la fiducia nel prossimo, l’accoglienza e il dialogo, fino ad essere applicabile a gruppi o in contesti aziendali per migliorare i rapporti tra colleghi di lavoro e fare ”team building”.

Vi propongo a questo scopo un workshop “Improvvisamente Canto! … tutto il giorno” domenica 11 giugno presso l’Associazione Passi di Pace a Torino. Nel seminario verrà proposta l’improvvisazione con l’intervento di Barbara Gherra (counsellor), che affiancherà ai diversi esercizi un lavoro di supporto allo sviluppo della consapevolezza, alla percezione delle proprie paure e tensioni, alla condivisione con il gruppo attraverso l’ascolto reciproco potenziato dall’esperienza musicale.

Un percorso rivolto a tutti coloro che vogliono fare una nuova esperienza di conoscenza di sé e delle proprie dinamiche relazionali, giocando e dialogando con la propria voce.

Qui e ora… secondo il Dalai Lama

Ha scritto il Dalai Lama:

“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non si può fare niente:

uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani,

perciò oggi è il giorno giusto per amare, crede, fare e principalmente vivere”…

ed io aggiungo: cantare !! … improvvisando…

Improvvisamente Canto! … su “Vivere sostenibile”

La voce è lo strumento più antico, il più naturale, il più ricco e più versatile, il più completo, profondamente intimo e personale, inimitabile, irrinunciabile!

Noi tutti usiamo la voce dal primo secondo della nostra vita. Nasciamo infatti piangendo e impariamo negli anni un linguaggio che ci permette di dialogare con chi ci sta attorno, ma nessuno ci ha mai detto come usare questo strumento “fantasma” che non si vede e non si può toccare. Per tale motivo la voce è lo strumento più istintivo, ma spesso anche il meno valorizzato perché troppo scontato.
Cantare è un’esperienza che tutti siamo in grado di fare, al di là delle nostre abilità innate. Lasciare che la voce fluisca, dando vita alle melodie più diverse, costituisce un atto di liberazione di una parte di noi che vive attraverso l’interpretazione della canzone stessa. Cantare è liberatorio, sia che si svolga da solisti o in coro. Studi scientifici dimostrano da tempo la potenza terapeutica del canto a tutte le età, dai bambini agli anziani, anche se con scopi ed obiettivi diversi. Le vibrazioni, le risonanze del suono (non solo vocale) portano infatti grandi benefici a chi ascolta abitualmente musica e ancora di più a chi pratica attività canore in prima persona. 
Il canto ha proprietà terapeutiche straordinarie, non solo perché, come scriveva De Cervantes, spaventa le malattie e le fa fuggire, ma anche in quanto contribuisce ad aumentare l’autostima, il benessere e la felicità. Il canto favorisce l’aggregazione sociale e fa bene al cuore, alla respirazione, all’apparato muscolare superiore, alla circolazione sanguigna e alla mente. Pazienti vittime di infarti o di disturbi cardiaci hanno confermato che cantare li ha aiutati nel recupero dalla malattia e cliniche psichiatriche hanno scoperto che fare parte di un coro aiuta in molti casi i ricoverati più dell’analisi junghiana. Credo che i medici dovrebbero inserire nelle loro ricette un antico rimedio naturale: cantare due volte al giorno.
Non tutti sanno però che il canto può essere praticato non solo in modo tradizionale, interpretando canzoni (a prescindere dal genere), ma anche improvvisando in gruppo… creando cioè in tempo reale melodie, ritmi ed armonie estemporanee molto divertenti. Lo strumento vocale racchiude infatti la potenzialità di una piccola orchestra: la risonanza delle 5 vocali può dare vita agli strumenti più naturali, mentre le consonanti possono generare un sorprendente set di percussioni. Con le nostre 2 corde vocali, noi siamo infatti in grado di imitare il suono di svariati strumenti, creando atmosfere molto coinvolgenti, semplicemente sovrapponendo linee vocali ritmiche e melodiche, senza necessariamente essere dei “cantanti”, ma semplicemente “strumenti” a disposizione della Musica. Questa pratica costituisce anche un modo per imparare ad ascoltare ed ascoltarsi, nella ricerca del qui e ora, seguendo Il flusso energetico che si crea nel gruppo, nota dopo nota, respiro dopo respiro. Un’attività in cui ciascuno partecipa secondo le proprie capacità.
L’improvvisazione corale a cappella (cioè senza strumenti) è piuttosto diffusa nei paesi del nord Europa, mentre è ancora piuttosto sconosciuta in Italia. Una modalità di canto divertente, affascinante e liberatoria, che può essere esercitata in gruppi di due o tre persone, così come con un centinaio di coristi o più. Non ci sono limiti, né controindicazioni. Bisogna provare. Farete senza dubbio una bellissima esperienza.
Roberto Demo – “Vivere Sostenibile” – marzo 2017

Musica da canile

… fa bene agli animali e aiuta a farli adottare

Ho letto questo articolo sul quotidiano La Stampa e, visto il mio amore per i quattrozampe, non ho potuto non parlarvene…

L’articolo racconta di come, quattro anni fa, la dottoressa Pamela Fisher, veterinaria di North Canton, in Ohio, abbia creato il Rescue Animal MP3 Project, grazie al quale oltre 1.100 canili e gattili negli Stati Uniti sono stati dotati di un impianto stereo e di un lettore musicale con una playlist di 30 ore.

Zampa-manoMa gli ospiti non ascoltano una musica qualunque: i brani sono stati selezionati pensando al benessere di cani e gatti. E i risultati si vedono: «Gli animali sono più rilassati – spiega la Fisher – e, comportandosi con maggiore naturalezza, vengono anche adottati più facilmente».

Bastano pochi secondi di musica per calmare gli animali, come dimostra un video realizzato proprio dal Rescue Animal MP3 project.

(lo trovate qui http://www.lastampa.it/2015/10/03/multimedia/societa/lazampa/cani-e-gatti-pi-sereni-nei-rifugi-grazie-alla-musica-gu01LEAHMquKFUrl3zox6K/pagina.html)

La compilation è un mix insolito: si passa da Mozart, Beethoven e Chopin a brani strumentali con arpe, pianoforti e violini, ma anche musiche ispirate alla natura e canzoni composte appositamente per il progetto.

Ma perché non usare la radio? Semplice: non funziona altrettanto bene.
Tra voci umane, canzoni troppo rumorose e interruzioni pubblicitarie, gli animali non riuscivano a rilassarsi. In un rifugio per animali del Montana ci sono addirittura due lettori mp3: uno per i cani e uno per i gatti, che, secondo la dottoressa Gunther, veterinaria e volontaria in questo rifugio, hanno anche dei brani preferiti. E lo fanno capire benissimo: «Quando parte una canzone che gli piace particolarmente, vanno a sedersi il più vicino possibile alle casse».

Aggiungo io: che meravigliosa dimostrazione di come gli animali posseggano sensibilità e intelligenza e di quali effetti immediati possa avere la musica sulle emozioni (di esseri non razionali e quindi anche sulla nostra parte “animale”)!

Dunque ancora una volta: che potere ha la musica!

PM

Cantare in coro? Come lo yoga fa vivere (e respirare) meglio

Una nostra amica ha bocche su nerocondiviso poco tempo fa su Facebook un interessante articolo de La Stampa, che riassumo qui per voi.

Il titolo è di per sé già molto eloquente…

Cantare in coro allunga la vita, riduce lo stress e ha per l’organismo umano gli stessi benefici di una lunga seduta di yoga: è stato scientificamente provato da una meticolosa ricerca dell’università di Goteborg, in Svezia.

Gli scienziati hanno monitorato le reazioni dell’organismo di un gruppo di giovani coristi e hanno fatto una scoperta sorprendente: i loro battiti del cuore si sincronizzavano già dopo le prime note. Cantare insieme produce inoltre un effetto calmante molto simile a quello dello yoga, dovuto al controllo della respirazione che il canto richiede.

«Il canto – ha spiegato il professor Bjorn Vichoff, responsabile della ricerca – è una forma di respirazione controllata, che in sostanza come lo yoga insegna ai polmoni a respirare meglio».

I benefici dovuti a una buona ossigenazione sono numerosi: si riduce lo stress, ci si rilassa, si rafforza il sistema immunitario, si attenua la fatica, si migliora l’umore…

Il «Journal of Music Therapy» ha elencato già nel 2004 un consistente elenco di terapie musicali che possono essere adottate negli ospedali e negli ospizi, semplicemente convincendo i pazienti a cantare insieme. Alcune malattie senili, come la demenza, possono essere combattute organizzando un coro serale, che abitua i pazienti a ricordare le parole e i tempi dei brani. La Yale University, a sua volta, ha svolto una ricerca nel Connecticut, dimostrando che nelle cittadine che avevano un coro l’età media della popolazione era sensibilmente più alta.

Ma ci sono altri benefici, di carattere psicologico, che derivano dal cantare insieme. Nel coro non c’è spazio per il narcisismo, chi fa sentire troppo la propria voce viene ripreso… Stare nel gruppo ti protegge e ti rilassa, e i migliori cori sono quelli nei quali non emergono mai singole voci e il canto è un insieme armonico. Nel complesso quello che si crea è un gruppo omogeneo e solidale.

Forse anche per questo c’è uno stretto legame tra l’abitudine a cantare insieme e la coesione dei cittadini di un Paese.

Insomma, aggiungo io, ci sono solo pro e nessun contro a cantare in un coro, quindi…Venite a cantare con noi!!!

PM

Per chi volesse leggere l’intero articolo, ecco qui il link:

http://www.lastampa.it/2013/07/17/societa/cantare-in-coro-come-lo-yoga-fa-vivere-e-respirare-meglio-Qd3Uw0YGAQOTXFx8NvC80N/pagina.html

 

Miele e limone

Miele e limoneAbbiamo parlato qualche settimana fa dei diversi rimedi ai quali possiamo ricorrere, soprattutto durante la brutta stagione, per tamponare raffreddori, mal di gola e raucedini. Una delle soluzioni più gettonate è rappresentata da miele e limone, che parrebbero funzionare bene. In effetti l’utilizzo di questi alimenti risale agli Egizi ed ai Greci che li usavano per scopi salutari. Il miele infatti  è ricco di ingredienti nutrienti quali ferro, manganese, potassio, rame, calcio, sodio, fosforo, alluminio, e magnesio… più scuro è il miele, più è ricco di queste sostanze. Il limone invece è conosciuto per le sue proprietà disinfettanti, inoltre contiene pectina che agisce contro le tossine, vitamina C in grande quantità oltre a potassio, calcio e magnesio. La combinazione di miele e limone intensifica quindi le proprietà anti microbiche e anti ossidanti, rinforzando il sistema immunitario. Detto questo però, bisogna fare attenzione alle dosi con cui per esempio il limone viene assunto: troppo limone può irritare la gola. Senza dubbio però l’assunzione di miele e limone per esempio in acqua tiepida, agevola la circolazione dei tessuti del cavo orale e favorisce il riassorbimento di edemi, gonfiori e infiammazioni. Una buona idratazione è comunque alla base della salute delle corde vocali… l’acqua è per le corde un po’ come “l’olio del motore”.
Il cantante e chiunque usi la voce in modo intenso e continuativo, deve però fare molta attenzione all’origine delle proprie raucedini, perché queste sono spesso gli effetti di un utilizzo eccessivo dello strumento vocale o di una tecnica errata. In questo caso, più che miele e limone è consigliabile un bel corso approfondito di canto!

Mali di stagione 2

L’ articoletto dal titolo “Mali di stagione” apparso nell’ultima newsletter e il commento di una lettrice (grazie per lo stimolo sia a lei che a Roberto) hanno suscitato in me il desiderio di scrivere due righe sull’argomento.

E’ molto accesa a volte la discussione, in ambito medico, fra i sostenitori delle terapie “convenzionali” e chi invece si schiera a favore della medicina “alternativa”, soprattutto per quanto riguarda temi delicati quali la cura dei tumori e di malattie degenerative gravi (ma non è questo il luogo adatto per una discussione di questo tipo, oltre a non avere io sufficienti competenze per pronunciarmi).

Per i cosiddetti mali di stagione, invece, non solo le erboristerie, ma anche le farmacie e le parafarmacie – regno per eccellenza della medicina convenzionale – sono fornite di ogni tipo di rimedio “naturale” (anche se dipende dalla definizione che diamo alla parola naturale).

Personalmente ho sempre cercato di evitare di assumere medicinali se non quando proprio non se ne poteva fare a meno, ma ho anche sempre messo in conto il rischio di una convalescenza un po’ più lunga (non essendo cantante di professione posso permettermelo).
Prediligo quindi i “rimedi della nonna” e gli aiuti che offre Madre Natura (tisane, fitoterapici, caramelline a base di propoli ed erbe, ecc…) ed ecco di seguito un breve elenco di cosa si può fare (o non fare) per prevenire (prima di tutto) e contrastare (se è il caso) raffreddori, mal di gola, mal di testa, …:

  • Curare l’alimentazione (mangiare di meno e bere di più), evitando i cibi che favoriscono l’infiammazione (latticini, carni rosse, zuccheri concentrati e farine troppo raffinate) e prediligendo cibi che invece rafforzano il sistema immunitario (cereali integrali, legumi, verdura e frutta di stagione, semi oleosi, alghe, zenzero, aglio,…)
  • Dormire un sufficiente numero di ore per notte (l’affaticamento e lo stress fisico/emotivo/mentale abbassano le naturali difese dell’organismo e ci rendono più vulnerabili agli attacchi esterni) e fare un esercizio fisico moderato, ma costante
  • Cercare di essere felici e prendere la vita con il sorriso ogni giorno (stesso discorso di affaticamento e stress del punto precedente)

 

  • Propoli in caramelle, spray, gocce
  • Suffumigi con olio essenziale di Eucalipto (3-4 gocce in 1 L di acqua bollente) o bicarbonato o aceto di mele
  • Gargarismi con acqua e sale (1 cucchiaio su 240 ml di acqua tiepida) o aceto di mele
  • Tisana allo zenzero (radice fresca) per gargarismi o da bere
  • Infuso di santoreggia (pianta utilizzata in cucina) o di cannella/salvia/maggiorana.
  • Tisane con erisimo e altre piante (da solo è amarissimo!!)
  • Il succo di limone, diluito in poca acqua tiepida o fredda, da bere dopo aver effettuato i gargarismi (è buona abitudine, come prevenzione a 360°, assumere il succo di mezzo limone ogni mattina, appena svegli, 20 minuti prima di colazione)
  • Preparato a base di curcuma e miele (100 g di miele, 1 cucchiaio di curcuma in polvere, da mescolare bene e da assumere ai primi segnali di raffreddamento, per pochi giorni, vedi link sotto).

Qui ci sono alcuni link (fra i tanti) a siti web dove si possono trovare informazioni utili:

http://www.aamterranuova.it/Medicina-Naturale/Affrontare-il-mal-di-gola

http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/9384-rimedi-naturali-mal-di-gola

http://ambientebio.it/curcuma-e-miele-potente-antibiotico-naturale-contro-freddo-e-mal-di-gola/

 

Leggete e informatevi, cercando in rete o chiedendo a esperti, confrontate i dati raccolti e fatevi la vostra idea!

Per sintomi gravi, però, rivolgetevi al vostro medico di fiducia!

PM